Besos
Simona
Besos
Simona
Orsù 😂(che vocabolo antico), iniziamo a preparare gli ingredienti:
La ragazza della palude di Delia Owens, è uno dei libri – gentilmente prestatomi da zia Silvia - che ho letto quest’estate ed è anche quello che mi ha sorpreso e che mi è piaciuto di più. E’ un romanzo che abbraccia il filone del giallo, che parla di natura indomita e selvaggia, che parla di fanciullezza, di abbandono, di amore, di delusione e tradimento, insomma ha la capacità di incollarti alle sue pagine, di volerne sapere di più. E il di più arriva alla fine del romanzo stesso e ti lascia senza fiato. Non è un libro recente ma secondo me merita di essere letto.
Ho poi letto di nuovo La ragazza del treno di Paula Hawkins, un thriller che ti lascia sempre con
il fiato sospeso, con dinamiche impensabili dove si incrociano la dipendenza
dall’alcol spinta dal fatto che la protagonista Rachel non riesce ad avere un figlio tanto desiderato da
lei e dal marito, gli abusi emotivi
subìti, il vuoto di ricordi dopo una sonora sbronza, il fatto che l’ormai ex marito
ha trovato un’altra compagna con cui ha avuto una figlia, il suo quotidiano
viaggio in treno attraverso cui entra nelle vite degli altri solamente
guardandoli dal finestrino. Ed è proprio così che comincia a dare un’interpretazione, tutta sua, alla vita di una coppia che vede tutti i giorni dal treno, fino alla
mattina in cui lo scenario cambio. Di
nuovo ho rivisto il film.
Un altro bel libro letto quest’estate è stato Violeta di Isabel Allende – premetto che ho tutti i suoi libri. Mi ha fatto ricordare la Allende di tanti anni fa, ed un po’ anche il grande scrittore Gabriel Garcia Marquez. Il libro l’ho divorato all’inizio e, centellinato alla fine, per tenerlo ancora un po’ con me. Non so se a voi capita la stessa cosa ma, quando leggo un libro che mi piace particolarmente, verso la sua fine ne leggo poche pagine alla volta perché vorrei, come la canzone Estate, dei Negramaro, “potesse non finire mai”. Ecco Violeta per me è stato questo: un diario, un racconto di un’esistenza lunga, costellata da molte vicissitudini, molti cambi di scenario, tormenti e gioie, sconvolgimenti politici, avvenimenti in grado di cambiare la storia, affrontati dalla protagonista con determinazione e, scritto in maniera magistrale: “C’è un tempo per vivere e un tempo per morire. E tra i due, c’è il tempo per ricordare.”
Vi auguro delle belle letture.
Simona
Aspettiamo il nostro turno per entrare e rimango subito piacevolmente colpita da un'opera immersiva, (come la definiscono), ho la possibilità di salire su un'altalena al buio. Non voglio svelarvi troppo ma, se ne avete voglia potete leggere, qui, nel sito Fondazione Terzo Pilastro Internazionale. La parte per noi più interessante è quella iniziale. Passando ad un'altra stanza ci danno un visore con delle "manopole" con le quale possiamo muoverci nel Metaverso, dal visore ci appare New York (Bronx) vista dall'alto, si può cambiare la visione appunto con le manopole, durata della visione interattiva 2 secondi e mezzo, e sì che poteva essere interessante. Un'altra sala anche questa interessante ci ha proiettato in un universo parallelo, nel quale utilizzando sempre degli strumenti si possono afferrare degli ipotetici oggetti sempre nel multiverso. Neanche a dirlo io non ne ho preso neanche uno e mio figlio li ha presi tutti, ovviamente! Il tempo a disposizione dipende dalla simpatia delle hostess. Personalmente ho apprezzato anche gli artisti del passato, ci sono opere pittoriche di De Chirico, di Nespolo e molti altri. Insomma per spiegare meglio il senso della mostra, riporto le parole del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, che dice: "La nuova mostra che oggi presentiamo, dal titolo Ipotesi Metaverso, permette di coniugare, attraverso il dialogo tra 32 artisti storici e contemporanei provenienti da tutto il mondo, la tradizione, che rimane un punto di riferimento imprescindibile, con il nuovo che avanza, con il mondo digitale, mediante l'apporto delle nuove tecnologie, le quali costituiscono una rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è da sempre alla base di ogni opera d'arte, in qualsiasi epoca".
Simona
- 150 gr di zucchero (ricetta originaria di canna)
- 70 ml olio di semi
- 220 gr di farina e 30 gr. di farina di mandorle (ricetta originaria 250 gr. farina)
- n. 1 bustina di lievito per dolci
- una manciata di noci sbriciolate (non previste nella ricetta originale che prevedeva l'aggiunta di gocce di cioccolato)
Accendere il forno in modalità statica a 180°. Montare le uova con lo zucchero e quando saranno gonfie e spumose aggiungere a filo il succo d'arancia e l'olio di semi. Aggiungere le farine ed il lievito setacciati. Utilizzare lo stampo da plumcake (io da 30 cm - interno 25 cm), bagnare e strizzare la carta forno (oppure imburrare ed infarinare lo stampo), inserirla nello stampo e versare il composto preparato, aggiungere sulla superfice le noci sbriciolate ed una spolverata di zucchero semolato, infornare (180° statico) per 40-45 minuti (fare sempre la prova stecchino). Sfornare e lasciare raffreddare. Ed ora ...la prova assaggio.
Buonissimo, il giorno dopo, quando i sapori saranno consolidati ancora meglio.
Besos
Simona
Intanto Buona Giornata Internazionale delle Donne (omettendo tutte le citazioni di questi giorni sulle donne, solo retorica). Avevo voglia di preparare la Torta Mimosa per condividerla con qualche amica e così ieri sera dopo cena ho deciso di preparare il pan di spagna e le fragole per la farcitura e la bagna. Nella prima mattinata di oggi l'ho finita di preparare e l'ho portata alle mie amichette in ufficio... Eccheccevò.
Iniziamo con la preparazione del pan di spagna:
- n. 3 uova dal peso totale di 180gr
- 90 gr di zucchero setacciato
- 90 gr. di farina setacciata
Ho utilizzato uova a temperatura ambiente alle quali ho aggiunto i 90 gr. di zucchero setacciato ed ho iniziato a montarle con lo sbattitore elettrico almeno per 10-15 minuti. Alla fine l'impasto sarà spumoso, leggero e avrà raddoppiato se non triplicato il suo volume. Ho aggiunto la farina setacciata ed ho amalgamato con la spatola. Ho imburrato e infarinato lo stampo rotondo di alluminio da 20 cm. ed ho infornato - forno statico preriscaldato 180° - per 25 minuti (fate sempre la prova stecchino). L'ho lasciato in forno spento, con lo sportello aperto qualche minuto, l'ho tirato fuori e l'ho lasciato riposare fino a questa mattina. Nel frattempo ho lavato le fragole (250 gr.), le ho tagliate, messe in una ciotola, ho aggiunto 5 cucchiai di zucchero e le ho lasciate in frigorifero fino alla mattinata di oggi.
Questa mattina presto ho montato la panna per dolci (250 gr.) con n. 3 cucchiaini di zucchero, ho tolto la pellicina superiore e laterale (quella marroncina scura, per intenderci) al pan di spagna con il coltello e lo diviso in due parti. Ho sbriciolato un pò la parte sottostante (quella che conterrà la farcitura) per fare la copertura, ho bagnato il pan di spagna con il succo delle fragole, ho aggiunto la panna, lasciandone un pò per la parte superiore, ho aggiunto le fragole a pezzettini ed ho ricoperto con lo strato rimasto del pan di spagna. Ho utilizzato la panna rimasta per la parte superiore ed ho aggiunto le briciole del pan di spagna. Al centro ho messo poche fragoline. Et voilà.
Ovviamente in questa giornata le riflessioni sono altre non certo sulla torta mimosa e allora vi lascio due righe dal leggere, per unire l'interessante al dilettevole:
"La mimosa venne infatti scelta come fiore per commemorare le operai morte durante un incendio nella fabbrica di New York in cui lavoravano. Il triste episodio avvenne proprio l’8 marzo del 1908.
Nel 1946 l’U.D.I (Unione Donne Italiane) scelse la mimosa come fiore perfetto per simboleggiare la festa della donna: è infatti un fiore che cresce spontaneamente in molte parti d’Italia, è economico ed è facile avere un rametto piccolo da appuntare alla camicetta o alla giacca". (Reverde.it)
Torno con una torta dal sapore di strudel di mele. Volevo utilizzare delle mele che non sapevano di granché e, allora ho pensato: "per...