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07 febbraio 2017

AMORE E PSICHE

Dedicato a chi celebra l'amore vero.

Narra Apuleio nella Metamofosi..........

....C'era un antico re, padre di tre figlie di impareggiabile bellezza. Le prime due di umana bellezza erano andate in spose a due re di regni vicini, la terza di una bellezza divina "Psiche" era talmente bella e venerata che nessuno osava chiederla come moglie. Era talmente bella che anche Venere infastidita dalla sua bellezza decise di incaricare suo figlio Cupido - genio dell'amore - di stravolgere il cuore della fanciulla e di farle sposare un uomo miserabile e cattivo.
Nel frattempo, il re decise di consultare l'oracolo di  Apollo che gli rivelò il futuro funesto di Psiche e gli consigliò di portare la ragazza, vestita da sposa, con un corteo funebre, su un'alta montagna e di lasciarla lì. E così fecero. Accadde però un fatto non previsto. Psiche si risvegliò dal sonno in cui era caduta durante il corteo funebre e, sollevata da Zefiro, il vento di primavera, fu deposta nella fiorita vallata sottostante. Mosso qualche passo si ritrovò ad oltrepassare un boschetto nel mezzo del quale si ergeva un palazzo prezioso. All'interno Psiche non ritrovò nessuna forma corporea se non delle voci, delle essenze che erano a sua disposizione. Così Psiche chiese di fare un bagno e di sdraiarsi. Si addormentò. Un'altra presenza però le iniziò a parlare, aveva la voce di uomo, le parlò con dolcezza e le disse di essere il suo sposo, poteva sentire i tratti corporei senza vederlo. "Colse la sua verginità".
Un giorno però il suo sposo le parlò e le annunciò che le sue due sorelle sarebbero andate sulla montagna a piangerla, ma che lei non avrebbe potuto vederle per nessun motivo. Il loro pianto arrivò fino al palazzo dove era Psiche che non poteva restare impotente davanti a tanto dolore, così chiese al suo sposo il permesso di chiamarle a sé. Il suo sposo accettò ma ad una condizione, quella di non seguire i loro consigli. Così le sorelle furono portate dalla fanciulla attraverso Zefiro e la felicità di rivedere Psiche non era paragonabile a nulla. Le sorelle alla fine della visita chiesero a Psiche chi fosse il suo sposo perché in loro si insinuò il sospetto che fosse un dio, ma Psiche, seguendo i consigli del suo sposo riuscì a non insospettirle e diede loro solo delle vaghe spiegazioni. Più volte le sorelle andarono a farle visita ma in loro ogni volta cresceva l'invidia verso la fortuna di Psiche, tanto che insinuarono in lei dubbi sul suo sposo dicendo che sicuramente era lui l'artefice delle sue sfortune e che avrebbe prima o poi dovuto accertarsi delle fattezze dell'uomo. Così, una notte la ragazza attese che il suo sposo si addormentasse e sollevando una lampada ad olio riuscì a vederlo e lo riconobbe: era il dio dell'Amore, Cupido. Restò a contemplare le sue meravigliose fattezze ma una goccia di olio, cadde dalla lampada, brucio il dio che scomparve subito volando via. Psiche sconvolta scappò dal palazzo. Venere seppe da un gabbiano quello che era successo ed adirata ancora di più con Psiche, che aveva carpito l'amore del figlio, chiese a Giove di emettere un bando di ricerca nei confronti della giovane, promettendo in cambio sette baci di Venere. Psiche fu trovata da una serva di Venere e portata al cospetto della dea che la sottopose a diverse prove di difficoltà immensa ma che la giovane, aiutata da una volontà misteriosa riuscì a superare. Una prova consisteva nell'andare nell'Oltretomba a prendere un unguento miracoloso di Proserpina. Così fece, ma prima di consegnarlo a Venere, volle usarne un po' per sé ma l'unguento divino la spense in un sonno mortale. Intervenne allora Cupido, ancora di lei follemente innamorato, che la resuscitò e chiese a Giove di concedergli la possibilità di unirsi con lei in matrimonio. Giove acconsentì, fece bere a Psiche una coppa di Ambrosia rendendola immortale. Il matrimonio fu così celebrato e, quando il tempo fu maturo, Psiche generò una figlia di nome Voluttà.
 
tratto da: I miti degli Dei

E insomma questo sì che è vero amore non trovate?

Mamme Imperfette

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